Uomo Uncino

L’Uomo Uncino: la leggenda

Come ha inizio la leggenda dell’Uomo Uncino? Ecco a voi la storia…

Con una notte stellata come quella, la vista che si godeva dalla collina sulla città circostante era impagabile. Eppure ai due ragazzi, il panorama interessava ben poco. La macchina era parcheggiata a fari spenti, i finestrini si stavano appannando.

L’Uomo Uncino: la storia, la leggenda

Mentre si baciavano all’interno dell’abitacolo l’autoradio era sintonizzata su una stazione locale che trasmetteva brani degli anni ’80. Le mani di lui indugiavano sul collo della ragazza, poi scendevano furtivamente sulla camicetta, sbottonandola.
Cyndi Lauper, forse non a caso, stava cantando ‘Girls just wanna have fan’ (le ragazze vogliono solo divertirsi) quando il brano venne improvvisamente interrotto dalla voce dello speaker: “Notizia flash! A causa di un incendio scoppiato nell’area caldaie, i vigili del fuoco hanno dovuto far evacuare l’ospedale psichiatrico della città.

Nel caos creatosi è riuscito a fuggire l’Uncino, il serial killer che negli anni scorsi ha ucciso sei coppie di ragazzi che si erano appartati in macchina in luoghi isolati. Ricordiamo che l’Uncino venne rinchiuso in una stanza di massima sicurezza dell’ospedale per la sua estrema pericolosità. Battezzato sui giornalisti con quel nome, a causa del suo modus operandi, l’uomo sgozza le vittime con un uncino metallico, fattosi appositamente impiantare al posto della mano. Per i giovani che fossero in viaggio o parcheggiati in luoghi poco sicuri, raccomandiamo di tornare immediatamente alle proprie abitazioni. Vi terremo aggiornati su eventuali nuovi sviluppi.”

Hai sentito?

“Hai sentito?” dice lei turbata.
“Ho sentito” risponde lui continuando a baciarla imperterrito sul collo.
“Dai, fermati!”
Lui si ritrae e spegne la radio, visibilmente seccato.
“Che c’è? Non vorrai dirmi che credi davvero a questa cosa. Un serial killer che si fa inserire un uncino al posto della mano e fugge da un ospedale psichiatrico in fiamme… Sembra una leggenda metropolitana!”

La ragazza è sempre più tesa.
“L’hanno detto alla radio, come puoi affermare che sia falso?”
Lui le guarda la camicetta sbottonata intravedendone il seno.
“Mai sentito parlare di Orson Wells? Per scherzo, annunciò alla radio che stavano sbarcando gli alieni e si creò il panico generale. Tesoro, anche questa sarà una bufala. Guarda caso, il serial killer colpisce le coppiette che si appartano in auto. Sarà stato qualche genitore che ha chiesto un favore allo speaker per spaventare le ragazze credulone come te e farle tornare di corsa a casa.” Allunga la mano sulla sua coscia. “Dai, ci stavamo divertendo, no?”
La ragazza è sul punto di calmarsi quando, a poca distanza dalla macchina si odono dei passi.

L’Uomo Uncino: l’epilogo

“Hai sentito?” grida lei con gli occhi sgranati.
Lui non si è accorto di nulla. Nota solo con piacere che la paura le ha fatto inturgidire i capezzoli. La ragazza scorge distintamente dallo specchietto laterale comparire la sagoma di un uomo. E’ a pochi passi dalla macchina. Inizia a urlare istericamente.
“C’è qualcuno là fuori! O mio dio!”
Il ragazzo si volta, ma dalla sua angolazione e a causa dei vetri semi-appannati, non riesce a vedere nulla.

“Sei diventata matta?” la rimprovera. “Ora esco a controllare e ti dimostro che non c’è nessuno.”
Lei è ormai in preda al panico, l’uomo si è accucciato dalla parte della sua portiera e sente il suo sguardo scrutarla nel buio.
“Non uscire! Ti prego! Portami via. PORTAMI VIAAAAA!!!!”
Il ragazzo realizza che la serata è sfumata. Irritato accende la macchina e parte a tutta velocità. Giunto davanti all’abitazione di lei, frena bruscamente.
“Eccoti arrivata a casa. Contenta?”
La ragazza, ancora in lacrime, non risponde. Tenta di aprire la portiera, ma non ci riesce, è come bloccata.
“E ora cosa diavolo succede ancora?” esclama lui uscendo e facendo il giro della vettura. Poi si blocca impietrito. Appeso alla maniglia c’è un uncino grondante di sangue.

CURIOSITA’: questa leggenda metropolitana ha ispirato diversi film e telefilm. Quelli più celebri sono probabilmente Candyman, terrore dietro lo specchio (1992) e So cosa hai fatto (1997).

 

di William Facchinetti Kerdudo
tratto dal libro Leggende Metropolitane vai al libro
Da Michael Jackson a Paul Mc Cartnety, dall’Uomo Uncino alle Babysitter cannibali. False credenze o straordinarie verità?

AUTORE: WILLIAM FACCHINETTI KERDUDO

FORMATO: 16 X 23

PAGINE: 104

ISBN:  978-88-89713-29-7

Leggende Metropolitane

 

Sono note a tutti le antiche leggende che appartengono alla tradizioni popolari ed alla cultura di ogni nazione. Esiste poi un fenomeno molto più recente, forte, quasi virale che esula dai confini e si diffonde a macchia d’olio radicandosi nelle credenze di ognuno di noi, senza fare eccezioni: sono le LEGGENDE URBANE o METROPOLITANE. LEGGENDE METROPOLITANE è una nuova ed aggiornata raccolta delle più famose storie che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è quasi certo di aver ascoltato da un amico o letto su un giornale.

Una vasta panoramica di leggende divise per argomenti che spaziano dai ladri di organi agli autostoppisti fantasma, dall’uomo falena ai coccodrilli che vivono nelle fogne, dalle morti sospette degli attori sui set cinematografici alla convinzione che Michael Jackson ed Elvis Presley siano in realtà ancora vivi. Un libro per rabbrividire, per sorridere, per divertirsi e soprattutto per scoprire che alcuni fatti che reputavamo accertati, non erano altro che il frutto di un’ennesima.. leggenda metropolitana!