Morte di Paul MacCartney

La morte di Paul MacCartney. Verità o Leggenda Metropolitana?

Alla lista delle Leggende Metropolitane non poteva mancare quella che riguarda Paul MacCartney. In realtà vivo ed in ottima salute, ma una leggenda metropolitana ampiamente diffusa lo vorrebbe deceduto ed astutamente sostituito da un sosia. Tutto si potrebbe riassumere nella sigla P.I.D. (Paul Is Dead – Paul è morto).

La morte di Paul MacCartney: la storia, la leggenda

La storia inizia nel lontano 1966 quando i Beatles erano all’apice del successo mondiale. A causa di un incidente automobilistico, Paul MacCartney muore sul colpo. Se la notizia trapelasse, sarebbe una tragedia. L’unica soluzione fattibile che il manager ed il resto del gruppo escogitano, è di insabbiare la sua morte e trovare un sosia. La sostituzione riesce pienamente, nessuno se ne accorge. Eppure, forse con ironia macabra, i Beatles rimasti lasciano piccoli segnali ed indizi di quello che è realmente accaduto. L’esempio più ‘evidente’ è la copertina dell’album Abbey Road.

Nella celebre immagine, il gruppo attraversa delle strisce pedonali. Paul regge nella mano destra una sigaretta e questo crea immediatamente sospetti perché lui in realtà è mancino. Sempre nella fotografia in questione, è poi parcheggiato un maggiolino bianco ‘Beatle’ (non a caso il nome del gruppo) con una targa che si suppone sia stata studiata di proposito e composta da due sigle:

  • LMW, il cui significato sarebbe Linda MacCartney Widowed (cioè vedova);
  • 28IF dove 28 è l’età che avrebbe avuto Paul IF (cioè SE) fosse stato ancora vivo

Yesterday and Today

Dall’altra parte della strada invece è parcheggiato un furgoncino nero della polizia. Questo è solitamente usato per fare rilevamenti sui luoghi degli incidenti stradali (esattamente come sarebbe morto Paul).
Un’altra copertina che ha fatto creare sospetti, è quella di Yesterday and Today. Album realizzato per il mercato degli Stati Uniti, aveva creato scandalo per i toni forti e macabri dell’immagine proposta. La prima cover rappresentava infatti i quattro musicisti di Liverpool con indosso camici bianchi tra parti di animali macellati e bambolotti decapitati. Le forti critiche ricevute imposero la sostituzione con una nuova copertina, in questo caso molto più sobria: Paul dentro un baule aperto e gli altri tre dietro al baule.

Morte di Paul MacCartney

In entrambi i casi, si sono ravvisati chiari messaggi lasciati dal gruppo. Sulla prima copertina, il bambolotto senza testa sulla spalla di Paul, indicherebbe la sua morte nell’incidente automobilistico dove era rimasto appunto decapitato. Nella seconda immagine invece, se si ruota di 90 gradi, il baule nel quale è seduto il cantante, ricorda curiosamente una bara aperta.
Infine, Stg. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, l’album con la copertina in assoluto più stravagante della loro discografia, che raffigura il gruppo in un fotomontaggio circondati da decine di altri personaggi famosi. Si possono evidenziare i seguenti particolari:

Alcuni particolari

  • Paul MacCarney è l’unico ad avere in mano uno strumento di colore scuro e sulla manica del suo vestito è stampata la sigla Opd che significherebbe Officially Pronunced Dead (dichiarato ufficialmente morto);
  • Nel fotomontaggio, il comico Issy Bonn, si trova alle spalle di Paul. Ha la mano alzata sul suo capo, quasi in segno di benedizione mentre Johnny Weissmuller, l’interprete di Tarzan, si trova alla sua destra con lo sguardo triste e rivolto verso il basso, quasi come se lo stesse compiangendo;
  • La bambola che raffigura l’attrice bambina Shirley Temple, regge in mano un modellino di Aston Martin, proprio l’auto sulla quale Paul MacCartney sarebbe morto.

Per i sostenitori di questa teoria, le prove sono infinite. Alcuni esempi in altre copertine di album o singoli usciti sul mercato sono:

Help: Paul è l’unico privo di cappello, come a differenziarsi e distaccarsi dal resto dei Beatles;

Revolver e 1967-1970 Collection: il cantante è ancora una volta l’unico di profilo o defilato rispetto agli altri componenti della band;

Let it be: Paul è su sfondo rosso che indicherebbe il colore del sangue. Inoltre rivolge lo sguardo a destra, tutti gli altri Beatles a sinistra.

Questa è una di quelle leggende metropolitane che ha preso talmente piede tra internauti, giornalisti e scrittori da spingere addirittura dei ricercatori a condurre degli esperimenti confrontando fotografie e file audio di Paul MacCartney prima e dopo il 9 novembre 1966, data della sua presunta morte.

La tecnica d’indagine forense condotta per l’indagine è la biometria, una scienza basata sul fatto che alcune parti del nostro corpo, non possono cambiare anche nell’arco del tempo o con l’invecchiamento dell’individuo.

P.I.D.

Questi parametri sono ad esempio la distanza tra occhi e naso, il rapporto tra la mascella e volto. Ma anche la curva mandibolare, l’ampiezza della dentatura, lo studio del padiglione auricolare e le proporzioni generali del volto.
In effetti gli studi hanno fatto emergere risultati del tutto inaspettati tra il ‘primo Paul’ (ante 1969) e ‘secondo’ Paul (post 1969): si è evidenziata una discrepanza dell’ampiezza della curva mandibolare (di addirittura il 15%), la distanza interpupillare non combacia e la morfologia delle parti anatomiche è evidentemente diversa.
Alla luce di questi ultimi comprovati fatti scientifici, si tratta di una mera leggenda metropolitana o. PID, Paul is dead?

CURIOSITA’: anche in Italia sono emerse notizie sulla presunta morte (poi subito smentite) di due cantanti: Gianluca Grignani, morto per overdose dopo il primo grande successo a Sanremo e Fabri Fibra, ‘eliminato’ durante un regolamento di conti tra bande di rapper rivali.

 

di William Facchinetti Kerdudo
tratto dal libro Leggende Metropolitane vai al libro
Da Michael Jackson a Paul Mc Cartnety, dall’Uomo Uncino alle Babysitter cannibali. False credenze o straordinarie verità?

AUTORE: WILLIAM FACCHINETTI KERDUDO

FORMATO: 16 X 23

PAGINE: 104

ISBN:  978-88-89713-29-7

Leggende Metropolitane

 

Sono note a tutti le antiche leggende che appartengono alla tradizioni popolari ed alla cultura di ogni nazione. Esiste poi un fenomeno molto più recente, forte, quasi virale che esula dai confini e si diffonde a macchia d’olio radicandosi nelle credenze di ognuno di noi, senza fare eccezioni: sono le LEGGENDE URBANE o METROPOLITANE. LEGGENDE METROPOLITANE è una nuova ed aggiornata raccolta delle più famose storie che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è quasi certo di aver ascoltato da un amico o letto su un giornale.

Una vasta panoramica di leggende divise per argomenti che spaziano dai ladri di organi agli autostoppisti fantasma, dall’uomo falena ai coccodrilli che vivono nelle fogne, dalle morti sospette degli attori sui set cinematografici alla convinzione che Michael Jackson ed Elvis Presley siano in realtà ancora vivi. Un libro per rabbrividire, per sorridere, per divertirsi e soprattutto per scoprire che alcuni fatti che reputavamo accertati, non erano altro che il frutto di un’ennesima.. leggenda metropolitana!