Duomo di San Giorgio – Ferrara

Duomo di San Giorgio

Ferrara

A Ferrara sorge una spettacolare e particolarissima cattedrale, il Duomo di San Giorgio. La sua particolarità non consiste semplicemente nel fatto di possedere un’architettura maestosa e ricca di ricercate forme. Il Duomo, infatti, contiene e custodisce una ricca simbologia alchemica ed è stata realizzata utilizzando la numerologia e la geometria sacra. L’imponente struttura è situata di fronte al Palazzo Comunale, di fianco alla famosa piazza delle Erbe, e oggi costituisce la sede di tutte le celebrazioni più importanti della diocesi. Tra l’altro, nel 1959, papa Giovanni XXIII l’ha consacrata al grado di basilica minore.

Cenni storici

L’edificazione del Duomo di San Giorgio risale al XII secolo grazie agli ingenti contributi del politico, Guglielmo II Aderaldi e del principe Federico Giocoli. L’edificio andò ad affiancarsi alla precedente cattedrale di San Giorgio, la quale si trovava sulle rive del Po di Volano, fuori dalla cinta muraria. Essa è tuttora chiesa parrocchiale, mentre, come precedentemente accennato, l’attuale Duomo non adempie più a tali funzioni. Inizialmente i lavori prevedevano uno stile romanico, come si può notare dalla facciata.

Tra il 1451 e il 1493 vennero costruiti il campanile, il quale risulta misteriosamente ancora privo di copertura a cuspide, e l’abside.  Il 2 giugno del 1712 il cardinale Dal Verme diede ordine di consolidare alcune parti dell’edificio e nel 1917 il cardinale Tommaso Ruffo affidò i proseguimenti dei lavori ad un architetto romano. I lavori durarono più del previsto, per i successivi 17 anni, durante i quali si dovette anche ridurre il numero delle navate previste originariamente. L’intero progetto fu completato solamente nel secolo successivo.

Duomo di San Giorgio

Misteri e leggende del Duomo di San Giorgio

Come precedentemente affermato, l’intero apparato ornamentale del Duomo di San Giorgio custodisce elementi appartenenti alla filosofia alchemica. La loro realizzazione si basa sulla numerologia e geometria sacra. Iniziamo dalla facciata. Su di essa sono rappresentate numerose piante, soprattutto la vite, tra le quali si intravedono altrettanti animali.

La natura infatti è l’essenza della vita stessa, la dimostrazione palpabile dell’intero ciclo della vita e della morte. L’immagine ricorrente della vite non rappresenta una casualità. Il vino che si ricavava con i suoi frutti è infatti associato al sangue di Cristo. Inoltre essa si eleva verso il cielo (verso la conoscenza) ma mantiene le sue radici nella terra, nutrendosi di acqua e dei raggi solari. Il valore simbolico è quello dell’elevazione spirituale e della nostra essenza al tempo stesso materiale (acqua) e spirituale (sole). Allo stesso tempo sulla facciata sono presenti anche creature mostruose. Molto probabilmente a rappresentare il male e ricordare all’uomo di non cedere mai preservando la via della rettitudine. Vi troviamo anche la rappresentazione dell’inferno in cui Lucifero inghiotte le anime dei dannati e del Giudizio Universale in cui i dannati sono diretti verso la bocca dell’inferno mentre i beati verso Abramo.

Particolare è la presenza di una particolare raffigurazione, quella dell’uomo stetocefalo. Quest’ultimo viene raffigurato con il volto posizionato sul ventre, un simbolismo orientale, che sta a indicare la capacità di entrare in contatto con la parte animalesca insita nella natura umana e trarne forza.

La geometria sacra

Per ciò che concerne il rifacimento alla geometria sacra sembra che i costruttori si siano basati su un cerchio suddiviso in 10 parti uguali. Il numero 10 infatti possiede una simbologia molto forte poiché risultante dalla somme dei primi 4 numeri (1, 2, 3, 4) e sta a indicare l’insieme, il tutto (il cosmo, il dualismo, la trinità e la terra). Il cerchio infatti è il simbolo più elevato della geometria sacra. Esso rappresenta il tutto, la completezza, il piano divino.