Manicomio di Mombello – Limbiate (MB)

Manicomio di Mombello

Limbiate (MB)

In provincia di Monza, a pochi chilometri da Milano, si trova l’ex ospedale psichiatrico Giuseppe Antonini, conosciuto oggi come il Manicomio di Mombello. Oggi meta preferita delle gite organizzate dagli amanti del mistero e del brivido, ha aun lunga storia di dolore e sofferenza. Si tratta di una grande villa settecentesca, al tempo ricca di affreschi e circondata da giardini e padiglioni, la quale della sua capienza arrivò ad ospitare oltre tremila pazienti.

Cenni storici

Il Manicomio di Mombello, si presenta, oggi, circondato da mura alte due metri e lunghe tre chilometri. Un luogo lugubre, sporco, colmo di schegge e detriti di ogni genere, per cui addentrarsi risulta non solo difficile ma alquanto pericoloso. Le pareti interne ed esterne sono imbrattate di scritte di ogni genere, dalle bestemmie alle frasi d’amore. Il soffitto e le pareti presentano enormi buchi e tutto ciò che è rimasto dell’arredamento è distrutto, capovolto, squarciato. Il Manicomio di Mombello fu ufficialmente aperto nel 1865 e all’inizio ospitava solo sessanta pazienti.

I pazienti, in seguito, aumentarono a trecento e vennero suddivisi in base alle caratteristiche comportamentali, ovvero, in tranquilli, agitati e sudici. I tranquilli avevano accesso a tutte le attività lavorative considerate terapeutiche, mentre gli agitati, per i quali era previsto un trattamento contenitivo, venivano tenuti in isolamento. A breve la struttura divenne un vero e proprio villaggio con uffici amministrativi, laboratori, spazi coltivabili, teatro, panifico, lavanderia e perfino una ferrovia privata. Nel 1880 venne realizzata anche la stampa di un giornale interno. Prima di diventare un ospedale psichiatrico fu la dimora di Ferdinando IV di Borbone (1700), poi divenne il quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la campagna d’Italia.

La storia recente del Manicomio di Mombello

Negli anni in cui operò come manicomio, nella prima metà del 1900  venne rinchiuso, imprigionato e messo in isolamento insieme agli agitati, anche il figlio illegittimo di Benito Mussolini fino al giorno della sua morte. Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, l’ospedale psichiatrico ospitò oltre tremila persone. Molti di questi erano soldati che in parte vennero curati dalle ferite di guerra. Altri, invece, vennerò internati a causa dei problemi psichiatrici sorti in seguito alla traumatica esperienza. La struttura venne chiusa nel 1999, ma oggi si sta valutando un possibile riutilizzo. Potrebbe essere riaperto come un istituto per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ovvero un luogo in cui detenere tutti quei soggetti, dei quali sia stata accertata l’incapacità di intendere e di volere, che si siano macchiati di reati come omicidio, violenza sessuale, lesioni gravi etc…

Manicomio di Mombello

Misteri e leggende del Manicomio di Mombello

Il Manicomio di Mombello, lugubre ma allo stesso tempo ricco di storia, è sicuramente un luogo colmo di fascino e mistero. Un luogo in cui, nel momento in cui lo si visita (possibilmente con un equipaggiamento e vestiario adatto), si percepisce un forte magnetismo e si prova una intensa emozione nell’osservare attentamente quello che fu uno dei più grandi teatri di sofferenza e morte. Una caratteristica della struttura ha dato origine a diverse leggende. Si tratta di chilometri di gallerie presenti nel sottosuolo, in cui è difficile mantenere l’orientamento e il loro reale utilizzo rimane avvolto nel mistero. Si narra che esse venissero utilizzate per condurre esperimenti scientifici non autorizzati su cavie umane. I resti dei poveri pazienti venivano poi fatti sparire gettandoli in un pozzo profondo 30 metri, posto nella sezione destinata allo smaltimento delle acque.