I misteri di Randazzo
Randazzo (CT)
Randazzo, antico borgo alle pendici dell’Etna, adagiato su un banco lavico di epoca preistorica sullo spartiacque dei fiumi Alcantara e Simeto, conserva ancora il suo antico e misterioso fascino. Le sue origini sono incerte e si perdono nell’oblio del tempo e della storia millenaria dell’Isola, che ha visto l’ avvicendarsi di vari popoli e culture, dai Siculi ai Fenici, Greci e Romani, dagli Ostrogoti ai Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi e Aragonesi.
Il territorio di Randazzo
Il territorio è stato popolato fin dall’età preistorica, come testimoniano i vari ritrovamenti archeologici rinvenuti in zona. Le origini dell’abitato, però, con molta probabilità, risalgono al periodo successivo alla conquista greca, quando, intorno al V secolo a.C., un gruppo di esuli provenienti dalla Tessaglia, fondarono poco a monte dell’odierno abitato, una città di nome Triakala o Triocala che, fu distrutta subito dopo le guerre servili e riedificata – a spese dell’Imperium Romanum – sul luogo dove oggi sorge l’attuale città di Randazzo.
Essa comunque viene menzionata per la prima volta in un documento della metà dell’XI secolo; in tale documento il Duca Roberto il Guiscardo concedeva a Joanni de Kalephatie seniori l’investitura delle contee di Randazzo e Maniace. Grazie alla fertilità delle sue terre, all’abbondanza d’acqua ma soprattutto alla sua favorevole posizione lungo l’antico tracciato della Via Pubblica, in seguito Regia Trazzera – importante asse viario che collegava le città di Messina e Palermo, attraversando i Nebrodi Meridionali e le Madonie –, Randazzo divenne ben presto una delle più importanti e influenti città della Sicilia nonché centro cosmopolita poiché accoglieva tra le sue mura Lombardi, Greci, Latini e Ebrei.
Senza dubbio queste caratteristiche non sfuggirono ai Cavalieri Templari. Sebbene non disponiamo di documenti scritti, è probabile che essi si stabilirono nella parte nord-occidentale della città, appena fuori dalle mura della stessa, dove fondarono la loro domus, dedicata a San Giovanni Battista. Inoltre, per un motivo ancora ignoto, la città fu scelta per realizzare un singolare progetto.
Le chiese dedicate alla Vergine Maria e quelle dedicate a santi molto cari alla Militia Templi, furono edificate in modo da riprodurre a terra, con grande approssimazione, l’asterisma della Vergine, proprio come le famose cattedrali francesi dell’Ile de France.
Posizione delle chiese di Randazzo
Confrontando le due figure si può constatare che:
1. Porrima, Gamma (γ) Virginis, corrisponde alla Basilica minore di Santa Maria;
2. la stella Theta (θ) Virginis è in relazione con la chiesa di Santa Maria della Volta;
3. Spica, Alfa (α) Virginis, è correlativa alla chiesa di Santa Maria dell’Agonia;
4. la stella Zeta (ζ) Virginis corrisponde alla chiesa di Santa Maria degli Ammalati, oggi intitolata a San Pietro;
5. la stella Delta (σ) Virginis è in relazione con la chiesa di Santa Maria di Loreto, oggi non più esistente;
6. la stella Kappa (κ) Virginis corrisponde alla chiesa di Santa Maria della Misericordia;
7. la stella Tau (τ) Virginis è correlativa alla chiesa Santa Maria di Gesù;
8. la stella 61 Virginis è in relazione con la chiesa di Santa Maria dell’Itria o dell’Odigitria, della quale restano pochi ruderi dei muri perimetrali;
9. la stella 49 Virginis corrisponde alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, abbattuta per costruirvi il convento di San Domenico;
10. la stella TYC 4953-1222-1 è correlativa alla chiesa di Santa Maria dell’Elemosina, la quale ridotta a rudere fu inglobata in una cabina elettrica.
11. la stella 38 Virginis è in relazione con la chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, chiesa dell’antico monastero delle monache che seguivano la Regola di San Bernardo, oggi non più esistente;
12. la stella 95 Virginis è correlativa alla chiesa di Santa Catarinella (Caterina), oggi non più esistente;
13. la stella 82 Virginis corrisponde alla chiesa di San Martino;
14. la stella 76 Virginis è in relazione alla chiesa di Santo Stefano, oggi non più esistente;
15. Zaniah, Eta (η) Virginis, è corrispondente alla chiesa di Santa Maria Maddalena, in seguito dedicata a San Giorgio;
16. Zavijava, Beta (β) Virginis, è correlativa alla chiesa del Signore della Pietà;
17. la stella 16 Virginis è in relazione con la chiesa di San Michele Arcangelo, oggi Santuario della Madonna del Carmelo;
18.Vindemiatrix, Epsilon (ε) Virginis, corrisponde alla chiesa di San Giovanni Evangelista, oggi inglobata in una casa residenziale.
Tuttavia, questo non è l’unico legame di queste chiese con il cielo, giacché esse furono edificate seguendo precise regole astronomiche nonché matematiche e geometriche.
A cura di Angela Militi
Tratto dal libro: Scopri di più
Astronomia, Geometria Sacra e Misteri tra le sue pietre