Piramide di Cheope

I misteri della Piramide di Cheope o Khufu

Il IV periodo dinastico rappresenta il culmine della qualità costruttiva delle piramidi. Le più perfette ed enigmatiche di queste si trovano a Giza, a pochi chilometri da Il Cairo.
Benché all’interno delle piramidi e in nessun testo trovato finora vi sia il nome dei costruttori, gli studiosi hanno classificato le tre piramidi come tombe di alcuni dei più importanti faraoni della IV Dinastia ovvero Khufu, Khafra e Menkaura (Cheope, Chefren e Micerino in greco).

La Piramide di Khufu

Non verrà dedicato molto spazio alle caratteristiche costruttive delle tre piramidi (tranne che nel caso della Piramide di Cheope), in quanto si è preferito esaminare altre scoperte di notevole importanza, che potrebbero aprire la strada ad una nuova concezione dell’uso originario di questi monumenti millenari.

Iniziamo questo percorso di ricerca esaminando la prima piramide, la più grande delle tre, ovvero la Piramide di Cheope, costruita secondo gli egittologi durante il regno di Khufu, in un lasso di tempo che va dal 2.551 al 2.528 a.C.

Il primo archeologo ad esplorare la Piramide di Cheope in tempi moderni fu Sir Flinders Petrie, tra il 1880 ed il 1882.

Fu egli a scoprire che le facce della piramide sono allineate con i punti cardinali con grande precisione (in media la discrepanza non supera i tre minuti di arco, equivalente allo 0,06% di errore). Inoltre Petrie misurò anche i lati della base (230,25 metri lato nord, 230,44 metri lato sud, 230,38 metri lato est, 230,35 metri lato ovest).

Il perimetro della piramide è di quasi un chilometro e l’area di oltre cinquantatremila metri quadrati. La piramide non è assolutamente cava, con i suoi due milioni e mezzo di blocchi di pietra calcarea, del peso medio di 2,6 tonnellate, per un totale di 6,3 milioni di tonnellate.

All’interno della Grande Piramide

Prima di essere depredata per la costruzione de Il Cairo, la Grande Piramide (Piramide di Cheope) era ricoperta sulle quattro facce di pietre bianche levigate provenienti dalle cave di Tura, sull’altra riva del Nilo. A quanto pare, i blocchi della copertura pesavano circa quindici tonnellate ciascuno ed erano connessi strettamente al punto da non lasciar passare la lama di un coltello. Furono gli Arabi a rimuoverle a partire dal XIII secolo d.C. per utilizzarle come materiale da costruzione per le moschee.
Si racconta che quando la piramide era ancora intatta pareva scintillante come un gioiello nella luce del sole.

Avventurandosi all’interno della Piramide di Cheope, si nota inizialmente un corridoio con un basso soffitto e un ripido gradiente (alto non più di 1,19 metri x 1,04 metri in larghezza, con un’inclinazione di 26°32’23” rispetto al piano orizzontale).

La grande galleria

Il cunicolo si tuffa verso il basso, attraverso il cuore della piramide, per un totale di 105,15 metri, proseguendo poi in orizzontale per un tratto di 8,83 metri, prima di arrivare in una camera rozzamente intagliata (lo scopo di questa stanza non è ancora ben chiaro). Un grande sarcofago vuoto occupa il locale. Alcuni egittologi credono che questa camera sotterranea sia stata costruita da altri prima della Piramide.

Piramide di Cheope

A diciotto metri dall’ingresso si collega un altro corridoio (ascendente con un gradiente di ventisei gradi e che prosegue per quaranta metri); anche questo, come il precedente, corre nella direzione nord-sud, cioè sulla linea mediana della costruzione. In cima si trova il cuore della piramide, la “Grande Galleria” e, prima di questa salita, si innesta un breve corridoio orizzontale che conduce alla “Camera della Regina” (anche questa camera resta un mistero).

La Camera del Re e la Camera della Regina

La Camera della Regina non è molto grande (5,74 metri da est a ovest e 5,23 metri da nord a sud con un soffitto che raggiunge un’altezza massima di 6,22 metri). Nella parete est c’è una nicchia simile ad una “Mirab” (nicchia per preghiere, tipica delle moschee arabe).

Gli elementi che ci interessano maggiormente all’interno della Camera della Regina sono i due “condotti di aerazione” che, come vedremo in seguito, hanno i loro corrispondenti nella Camera del Re. Questi condotti sono di forma quadrata, venti centimetri di lato, con un’inclinazione verso l’alto di circa quarantacinque gradi. Come nella Camera del Re, un condotto punta verso sud e l’altro verso nord. Contrariamente a questi non sfociano all’esterno della piramide e sembra quindi che non servissero per la ventilazione della stanza.

Dal livello della Camera della Regina fino all’altezza della Camera del Re, si estende la Grande Galleria, la parte più elaborata e misteriosa di tutto il complesso. Ha un’altezza di 8,53 metri e le pareti sono provviste di nicchie.

Risalendo la Galleria si giunge alla Camera del Re: larga 10,46 metri da est a ovest e 5,23 da nord a sud, la stanza raggiunge i 5,81 metri di altezza. A differenza della Camera della Regina, rivestita con pietra calcarea, questa ha le pareti composte di granito nero di Assuan (Alto Egitto). I blocchi pesano fino a settanta tonnellate, sono stati connessi e levigati senza alcun segno di malta.

All’estremità occidentale della camera si trova il sarcofago, dove si ritiene giacesse il corpo di Khufu, anche se non sono mai state trovate tracce né di prodotti per l’imbalsamazione né altri frammenti.

Strani cunicoli

Anche in questa stanza focalizziamo la nostra attenzione sui due condotti per l’aria aventi, come i precedenti, dimensioni di venti centimetri per lato. Come nella Camera della Regina, questi salgono dalla parete nord e sud, e si elevano fino ad emergere all’esterno della struttura. Cunicoli simili non sono stati attualmente trovati in nessun’altra piramide.

 

di Daniela Bortoluzzi
tratto dal libro Alla ricerca dei Libri di Thot
Rivelazioni proibite e verità scomode. La chiave per decodificare il mistero della Genesi.

AUTORE: DANIELA BORTOLUZZI

PREFAZIONE: GIORGIO CERQUETTI

FORMATO: 15 X 21

PAGINE: 404

ISBN:  978-88-89713-69-3

Alla ricerca dei libri di Thot

 

Un cannocchiale puntato sull’nfinito con il quale l’autrice capta i segnali che l’Universo dei misteri, in ogni momento e in ogni luogo, lancia a chi intende raccoglierli, comprenderli e decodificarli. Un percorso di ricerca iniziato sulle tracce dei nostri predecessori, diventa un viaggio insolito e mistico, la cui meta e impossibile da raggiungere in una sola vita…

Dalla Grande Piramide alla Sfinge, da Atlantide a Nazca, da Osiride a Mose’… dagli OOParts ai Cerchi nel Grano, dal Graal ai Maestri Ascesi: questi e molti altri imbarazzanti “argomenti proibiti” formano un minimo comun denominatore in questo libro che merita di diventare un punto di riferimento per i lettori intelligenti e inquieti, quelli che si domandano: “chi sono… da dove vengo e verso dove vado?”.