Cobra: simbolo di rinnovamento, di guarigione, di saggezza e chiaroveggenza
Simbolo di rinnovamento, di guarigione, di saggezza e chiaroveggenza, il Cobra è stato a lungo venerato, divenendo un animale sacro per diverse popolazioni. Ritenuto uno dei serpenti più pericolosi al mondo, è dotato di un veleno mortale. Un suo morso, infatti, può essere fatale. Tuttavia, lo stesso veleno, può essere utilizzato per creare antidoti essenziali nella cura di alcune malattie.
Il significato e la simbologia del Cobra
Nel Cobra, come in tutte le specie di serpenti, avviene la muta della pelle: un rinnovamento continuo che simboleggia la trasformazione. Dotato di un’ottima visione notturna i suoi occhi sono coperti da una membrana. Giacché privo di udito, ha sviluppato un olfatto eccellente. Si orienta perfettamente, grazie alla percezione delle vibrazioni nel terreno. Caratteristiche, queste, che gli permettono di muoversi con astuzia e agilità quando caccia le sue prede. Per queste peculiarità, il Cobra veniva associato alla veggenza mistica.
Il popolo dell’antico Egitto, ci ha lasciato in custodia numerose testimonianze a favore di questo straordinario rettile. L’Ureo, nome del Cobra sacro egiziano, viene raffigurato nel copricapo dei faraoni come indice del potere supremo. Talvolta, è possibile imbattersi nella raffigurazione di due serpenti affiancati tra essi o, come nel caso di Cleopatra, il copricapo presenta addirittura tre urei, inducendo il popolo a una certa sottomissione. Il faraone, a sua volta, doveva placare la potenza dell’ureo, dedicandogli inni e rituali accompagnati dall’incenso.
I geroglifici mostrano come il Cobra fosse l’animale totem delle divinità femminili. Si diceva che le dee fossero in grado di rinnovare la pelle continuamente; simbolicamente, dunque, morire per poi rinascere. Ad oggi, viene ancora associato all’energia femminile in quanto forza generatrice di vita.
Il Cobra è una figura di spicco anche nell’Antico Testamento. Nel libro dell’Esodo, si assiste, infatti, alla trasformazione del bastone di Mosè in un serpente che, si narra, fosse un Cobra trasformato da Dio per impressionare il faraone e piegarlo alla volontà divina.
A cura di Silvia Scanu