Significato e simbologia del Coyote

Coyote: simbolo di astuzia, leggerezza e imbroglio

Il Coyote è un canide, detto anche lupo della prateria che si differenzia dal lupo per la dimensione e per le sfumature di colori. Il Coyote, infatti, risulta avere una corporatura più minuta. L’etimologia del suo nome arriva da Canis latrans, poiché è conosciuto per i sonori latrati continui, generalmente emessi da individui solitari come forma di lamento.

Il significato e la simbologia del Coyote

Nel corso del tempo, l’iniziale simbologia sacra che incarnava il Coyote, ha assunto una connotazione negativa. Animale indigeno tipico del Nord e Centro-America, ha rappresentato – per le tribù e i clan dei nativi americani – l’animale sacro per eccellenza, spesso associato alla creazione. Portatore del fuoco tra gli uomini, il Coyote è stato a lungo venerato per il suo ruolo di mediatore tra il regno animale e l’essere umano.

Significato e simbologia del Coyote

Secondo una leggenda, quando l’uomo non aveva ancora scoperto come accendere il fuoco, non potendosi riscaldare né cucinare un pasto caldo, era considerato al pari di qualsiasi altra belva. Ad un certo punto, sentì di aver bisogno del fuoco ma, da solo, gli risultava impossibile scovare una scintilla, poiché solo gli animali sapevano dove trovare questo prezioso elemento. Il Coyote, allora, per aiutare l’essere umano, decise di ingannare gli animali che, insieme a lui, si divertivano attorno a un falò. Tra un movimento e l’altro, rubò un pezzo di legno incendiato, scappando dal branco per poterlo donare alla tribù umana più vicina.

Ad oggi, col modificarsi del contesto sociale, il Coyote è diventato simbolo di astuzia, leggerezza e imbroglio. Anche se chiamato dagli americani trickster, ossia imbroglione, i suoi “raggiri” hanno sempre un fine ultimo lodevole. Adottando un atteggiamento scaltro, è infatti un animale che si ribella alle convenzioni sociali per apportare beneficio a se stesso e agli altri. Invita a vivere la vita con maggiore spensieratezza, a saper ridere di se stessi e, seppur si cade nelle proprie trappole, a saperne uscire sempre indenni e rafforzati.

A cura di Silvia Scanu

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