Faina: simbolo di rapacità, insidia e astuzia
La Faina il cui nome scientifico è Martes foina, è un mammifero appartenente alla famiglia dei Mustelidi. Il suo nome deriva dall’aggetivo latino Martius da Mars/Martis = dio della guerra. La traduzione nominativa, dunque, fornisce importanti informazioni sull’animale, ritenuto bellicoso e pugnace.
Il significato e la simbologia della Faina
Simbolo di rapacità, insidia e astuzia, non si può certo affermare che la Faina abbia assunto, nel corso della storia, una connotazione positiva. Tuttavia, anche queste associazioni simboliche, possono avere una doppia lettura. Per quanto riguarda l’astuzia, indica all’uomo come stare in disparte e attendere il momento d’azione che risulti propizio. In natura, è un animale che si nasconde negli incavi rocciosi, tra la legna o nei ruderi. Così, l’uomo, dovrebbe stare nella parte più “nascosta” di sè e scovare e afferrare senza remore le proprie paure e insidie. La Faina, inoltre, insegna che accumulare con voracità, porta solo ad essere famelici di materialità per il piacere del superfluo.
La Faina è un predatore che ama cacciare polli, galline, conigli, piccoli roditori e uccelli. Scaltra e veloce, i suoi agguati si consumano all’imbrunire o durante la notte. Attende paziente che la preda gli passi davanti e, possibilmente, che non abbia vie di fuga (come può essere all’interno di un pollaio); affonda i suoi affilati canini, sferrando un morso fatale alla nuca o al collo. Erroneamente, si è creduto in antichità che la sua alimentazione fosse costituita principalmente dal sangue delle prede, credenza dovuta al fatto che, spesso, tenda ad uccidere più animali (surplus killing) di quanti gliene servano per soddisfare il proprio fabbisogno alimentare.
In realtà, è un animale che si nutre anche di uova, bacche e miele, risultando immune alle punture di api e vespe. La Faina, è un animale considerato distruttivo anche per le attività dell’uomo, in quanto – in cerca di nidi e pipistrelli – tende a spostare le tegole delle case. Non solo, mette fuori uso le automobili masticandone i tubi in gomma.
A cura di Silvia Scanu