Mantide: simbolo di spiritualità e di distacco
La Mantide, detta anche Mantide religiosa, è un insetto appartenente all’ordine Mantodea. Il suo nome deriva dal greco mantis il cui significato è profeta/colui che pre-vede. Questa denominazione le è stata attribuita grazie alla posizione congiunta delle zampe anteriori a riposo, quasi come fossero mani giunte in preghiera.
Il significato e la simbologia della Mantide
Nella Mantide, il dimorfismo sessuale è particolarmente evidente. La femmina risulta più grande, arrivando a misurare 7,5 centimetri; il maschio, invece, risulta più piccolo (6 cm), più slanciato e con antenne più lunghe. Di colore verde o bruno-giallastro, ha la capacità di mimetizzarsi nell’ambiente in cui si trova. È caratterizzata, inoltre, da una testa triangolare con l’incredibile capacità di rotazione a 180 gradi. In altre parole, riesce ad avere una visione totale potendo controllare tutto l’ambiente circostante.
Una delle curiosità che da sempre lascia sbalorditi che riguarda questo particolare insetto avviene durante l’accoppiamento quando la femmina decapita il maschio per cibarsi della sua testa, nutrimento essenziale per una crescita ottimale delle uova.
La Mantide in quanto animale totemico, aiuta a sviluppare il proprio femminile. Simbolo di spiritualità e di distacco, sprona l’essere umano a osservare la sua realtà e ad agire solo quando è completamente certo di ciò che sta facendo. La Mantide, infatti, “va a colpo sicuro” e, quando non ha certezza di muoversi in un senso piuttosto che un altro, resta ferma ad aspettare. L’immobilità, ancora una volta, viene insegnata dal regno animale. Praticare il distacco significa osservazione da un punto di vista totale, ampio. È lucidità e chiarezza in ogni azione.
La Mantide nel mito e nella leggenda
In Giappone, la Mantide religiosa simboleggia un samurai, tanto che una delle mosse utilizzate nelle arti marziali trae origine dal comportamento che questo insetto assume in natura.
In antichità, si credeva che questo insetto fosse portatore di sfortuna e malocchio e, incontrarne una, presagiva carestie e disgrazie.
A cura di Silvia Scanu