Polpo: simbolo della dissimulazione, del mimetismo e del rinnovamento
Il Polpo, conosciuto anche con il nome di Piovra, è un mollusco cefalopode appartenente alla famiglia degli Octopodidae. Abitante degli abissi, ama vivere a una profondità massima di 200 metri, preferendo fondali marini ricchi di fessure rocciose all’interno delle quali può nascondersi. In quanto animale invertebrato, i suoi spostamenti risultano agili, rapidi e astuti, dettati da una grande intelligenza e capacità di elaborare strategie. A tal proposito, è in grado di spruzzare esternamente un inchiostro nero, usato come tecnica difensiva verso possibili predatori.
Il significato e la simbologia del Polpo
Simbolo della dissimulazione, del mimetismo, del rinnovamento, dell’adattabilità e dell’intelligenza del cuore, il Polpo è ricco di significati e simbolismi. Come detto poc’anzi, è in grado di depistare il nemico riuscendo a camuffare lo scenario circostante con una nube di inchiostro. Analogamente, nella vita, l’essere umano riesce a di dissimulare la propria realtà. Come il Polpo che cambia colore e si mimetizza, così l’uomo nasconde sovente le sue vere emozioni.
Tuttavia, questo piccolo e acuto mollusco, è anche dotato di tre cuori e, metaforicamente, invita a mettere proprio il cuore al centro di tutto. Dotato di otto tentacoli, su ognuno dei quali sono presenti una doppia fila di ventose, in caso di pericolo, è in grado di disfarsi di una delle sue estremità, così da potersi muovere con maggiore agilità. Simbolicamente, invita a spogliarsi di tutto ciò che non è più utile e ci impedisce di andare avanti nella versione migliore di noi stessi. Così, come il Polpo è in grado di ricreare i tentacoli amputati, l’uomo è in grado di cambiare e rinnovarsi nel profondo.
Il Polpo nella mitologia
Nella mitologia norrena, il Polpo o la Piovra era un temibile mostro marino in grado di affondare le navi di passaggio. Ad oggi, si può notare la similitudine con le persone dotate di ingannevoli “tentacoli”, ovvero di dannose intenzioni, in grado di causare la rovina di se stessi e degli altri.
A cura di Silvia Scanu