Significato e simbologia dell’Aquila

Aquila: emblema della potenza cosmica

In tutte le tradizioni l’Aquila incarna la potenza cosmica. È il re di tutti gli uccelli, avendo il dominio assoluto dell’aria; è l’equivalente celeste del Leone. Dalle sue qualità reali o presunte deriva la sua simbologia.

Significato dell’Aquila

Il suo librarsi verso l’alto nel cielo, fino ad altezze impossibili per l’uomo, lo rende simbolo di qualsiasi movimento ascensionale, dalla terra al cielo, dal mondo materiale al mondo spirituale, dalla morte alla vita.

Elevandosi verso l’alto, può alimentarsi del fuoco superiore, presente in massima misura nel sole, con un conseguente ringiovanimento. È, infatti, considerato un uccello solare, detto anche “uccello di fuoco”, per la sua capacità di sfidare il Sole guardandolo senza bruciarsi e assimilando la potenza dai suoi raggi.

L’Aquila viene associata al Serpente, che contribuisce al suo significato, formando una coppia di opposti complementari, dove l’Aquila simboleggia la luce, il cielo, le forze supreme, mentre il Serpente è l’oscurità, la terra, le forze ctonie.

Nutrendosi di serpenti incarna idealmente il trionfo del bene sul male. Universalmente, gli dei, i grandi eroi, i re o capi si appropriano della sua forza scegliendola come loro attributo. Nelle tradizioni antiche vediamo ripetersi come una costante l’analogia dell’Aquila come vittoria del bene sul male, dell’elemento olimpico su quello titanico.

L’Aquila nella mitologia

Un mito ellenico ci tramanda la leggenda dell’Aquila, inviata dal dio olimpico Zeus a divorare il fegato del titano Prometeo, come castigo per aver rubato il fuoco agli déi per farne dono agli uomini.

Nell’antica Grecia è l’animale sacro a Zeus, che tradizionalmente è rappresentato seduto in un trono con al suo fianco un aquila dalle ali spiegate. In India, Garunda è l’Aquila che serve da cavalcatura a Vishnu e illustra la vittoria del bene sul male.

Aquila

Nella tradizione irano-aria è l’incarnazione della “gloria” dello hvarenò, come forza mistica e un potere dall’alto, che scende sui sovrani e sui capi, li fa partecipi della natura immortale e li testimonia con la vittoria.

Infatti negli Arii, che vivevano ogni combattimento come lotta metafisica fra forze olimpiche e forze titaniche, considerandosi come milizia delle prime avevano come loro simbolo questo splendido animale.

Circa il concetto dell’immortalità è anche proprio degli antichi egizi. Solo una parte dell’essere umano è destinata ad una esistenza eterna celeste in stati di gloria, il cosiddetto Ba. Questa parte nei geroglifici egizi è raffigurata come Aquila.

Presso gli Irochesi, Oshadagea, la “grande Aquila della rugiada”, è al servizio del dio del Tuono, Hino. Porta sulle spalle un lago di rugiada, con la quale innaffia regolarmente la terra. Questo per permettere alla natura di proseguire la sua opera, anche dopo essere stata attaccata dagli spiriti maligni. Animale psicopompo, accompagna le anime nel loro viaggio dal mondo dei vivi al mondo dei morti. È anche un uccello augurale, di cui gli antichi interpretavano il volo.