Cardellino: simbolo della capacità di adattamento e di raggiungimento dei propri obiettivi
Il Cardellino, è un uccello migratore appartenente alla famiglia dei Fringillidi. Per la sua capacità di volare in alto e di riuscire ad adattarsi agli spostamenti che compie ogni anno, è associato simbolicamente alla capacità di adattamento e di raggiungimento dei propri obiettivi.
Il significato e la simbologia del Cardellino
Ogni autunno, infatti, il Cardellino si vede costretto a spostarsi in cerca di cibo. In quanto animale granivoro si nutre principalmente di semi di piante erbacee, trai quali troviamo i semi dei cardi; da questo aspetto, deriva il suo nome. Nel periodo che va da febbraio ad aprile, si formano le coppie che iniziano a costruire il nido. In quanto animale monogamo, simboleggia anche l’unione e la fedeltà nella coppia.
Antiche leggende cristiane e pagane lo vedono protagonista di diverse storie. In antichità, è stato il simbolo della morte, inteso come simbolo dell’anima che si stacca dal corpo fisico e vola via.
Il Cardellino nella mitologia e nella leggenda
Esteticamente tra gli uccelli più belli e graziosi, è caratterizzato da una macchia rossa presente sul viso, simbolo – secondo una leggenda Cristiana – della sua vicinanza con Cristo. Nello specifico, si dice che durante la crocifissione di Gesù, un Cardellino si fosse messo ad estrarre – una ad una – le spine che, dalla corona, trafiggevano il volto di Cristo. Da quel momento, anche il suo volto si macchiò di sangue, conservando nei tempi il colore rosso come promemoria della vicinanza al divino. Per questa ragione, rappresenta la passione di Cristo.
Anche nella mitologia il Cardellino fa da protagonista. Ovidio, il poeta, ne parla nelle Metamorfosi come di una delle Pieridi (figlie di Piero, re della Tessaglia), Acalante, trasformata in un uccello da Athena. Secondo il mito, essa, insieme alle sorelle, tentò di sfidare le Muse al canto. Atena si vide costretta ad intervenire, trasformando ogni sorella in un uccello, ma solo Acalante in un Cardellino.
A cura di Silvia Scanu