Fata Morgana

Morgana la guaritrice

La Fata Morgana compare ne “La Morte d’Arthur” di Malory, come la sorellastra di Artù. Figlia della madre di Artù, Igraine (o Igerna), e il suo primo marito, il Duca di Cornovaglia.

Fata Morgana: la leggenda

È rappresentata come un’avversaria di Artù. Diede Excalibur al suo amante Accolon così che egli potesse usarla contro Artù (una storia raccontata nel poema di Madison J. Cawein “Accolon of Gaul”) e, quando il complotto fallì, allora rubò il fodero di Exacalibur e lo scagliò nel lago.

L’ostilità della Fata Morgana verso Ginevra trae origine nel “Vulgate Lancelot”. Qui Morgana aveva una relazione con il cugino di Ginevra che mise fine alla loro relazione.

Nonostante l’idea predominante dell’ostilità di Morgana verso Artù e Ginevra, è anche presentata come una delle donne che prese Artù in un chiatta diretta ad Avalon affinchè venisse curato.

Questa visione di Morgana come guaritrice ha la sua origine nei suoi primi racconti. E forse da questo ne ha tratto spunto dalla mitologia celtica. Ne “La Vita Merlini” (1150 circa) Morgana è considerata la prima delle nove sorelle che governavano le “Fortunate Isle” oppure “The Isle of Apple”. È presentata come guaritrice così come una persona dotata del potere di cambiare il suo aspetto.

Morgana dichiarava che poteva guarire Artù se fosse rimasto con lei per molto tempo. Morgana si riteneva che fosse la moglie del Re Urien e la madre di Yvain o Ywain.

Raramente appare nelle opere post-medioevali fino al XX secolo dove ci fu un rinnovato interesse per il suo personaggio.

Qualche volta è confusa con Morgause e finì per essere identificata con la madre di Mordred come nel film “Excalibur” e in numerosi romanzi moderni.

Uno dei più interessanti ritratti moderni di Morgana appare ne “Arthur Rex” di Thomas Berger. Qui, dopo una vita devota al diavolo decise di diventare una suora.

Morgana in realtà era una paladina della bontà nella storia moderna come nel “The Last Defender of Camelot” di Roger Zelazny e nell’“Excalibur” di Sanders Anne Laubenthal.